GROSSETO. C’è il nome di Michele Rossi, da tutti conosciuto come “Ape”, iscritto nel registro degli indagati dalla sostituta procuratrice Valeria Lazzarini. Il 54enne, difeso dall’avvocato Giovanni Livio Sammatrice, venerdì 19 maggio quando i carabinieri si sono presentati in via Giordania, ha subito una perquisizione.
E contestualmente al decreto, è stato consegnato all’uomo l’avviso di garanzia: secondo l’ipotesi della Procura, sarebbe quindi stato lui a far sparire il corpo di un uomo, del quale non si conoscono le generalità, nel terreno di via Giordania oggi trasformato in un orto.
Il giallo dell’omicidio
Il giallo di via Giordania, si fa sempre più fitto, giorno dopo giorno. Venerdì 19 il dispiegamento di forze è stato imponente: sono arrivati i carabinieri con le unità cinofile da Pisa e gli uomini del Ris, poi, con l’escavatore messo a disposizione dell’Esercito, il terreno è stato scavato in più punti. Del corpo, o dei corpi, non ci sarebbe alcuna traccia.
Ai carabinieri infatti, sarebbero stati segnalati non un solo cadavere, ma due. Entrambi sepolti in via Giordania.
L’omicidio sarebbe avvenuto intorno al 12 maggio: ma su tutta questa indagine, carabinieri e Procura restano completamente abbottonati.
L’unico dato certo, almeno fino a oggi, è il nome di Rossi iscritto nel registro degli indagati e il corpo dell’uomo che sarebbe stato ucciso, che ancora non si trova.
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