GROSSETO. Una buona fetta dell’intrattenimento oggi passa dagli schermi di Tv, pc o smartphone. Rimaniamo catturati dal caleidoscopio di colori e spesso non riusciamo a divertirci in altro modo. Ma appena una generazione fa non era tutto così “elettronico”. Il mondo, e anche il divertimento, era decisamente più analogico.
Così come nella musica hanno fatto i dischi in vinile, anche i giochi analogici non sono mai scomparsi. Carte, giochi da tavolo, e vecchie sagome in legno oggi più che mai promettono di intrattenere e divertire anche chi ha più difficoltà.
Analogico e disabilità: si può fare
A provare nell’impresa è stata Bandus, un’associazione made in Grosseto fatta di giocatori e appassionati nata per giocare e far giocare tutti anche con i divertimenti della tradizione. Da qualche anno col Ludobus, una “stazione di gioco ambulante” girano la provincia per far conoscere a tutti i giochi della tradizione e del passato.
In questi giorni l’associazione ha concluso un progetto portato avanti con l‘Uici, l’unione italiana ciechi e ipovedenti di Grosseto. Bandus ha deciso che, come ognuno ha diritto a divertirsi in maniera sana, così la disabilità non deve essere un limite. Dunque, insieme all’Uici hanno coinvolto alcuni ragazzi con problemi alla visa.
«Come associazione non avevamo mai avuto lavorato con i ragazzi che hanno disabilità», dice Carlo Donadio, presidente di Bandus. «Grazie a Uici però siamo riusciti a mettere a punto una serie di giochi che prendono spunto da quelli vecchi e che potrebbero avere anche un futuro impiego».
Tatto, udito, quiz, e giochi di ruolo
Nei vari incontri Bandus ha proposto una serie di attività diverse, dai giochi di abilità basati sulla sensorialità dove tatto e udito la fanno da padrone, ai quiz a tema storico, letterario e musicale. Non sono mancai i giochi di ruolo narrativi.
Il progetto, finanziato da Fondazione Cr Firenze, ha avuto un ottimo riscontro con i ragazzi e ha dato il via a una serie di attività che guardano all’inclusione. «Abbiamo avviato anche laboratori di gioco con chi soffre di sindrome down e con l’associazione Ironmamme – ricorda Donadio – stiamo collaborando con la residenza della Fondazione Il sole e stiamo notando che questo tipo di attività sta prendendo piede ed è molto gradita».
Questo risultato spalanca le porte a possibili futuri laboratori che potranno coinvolgere anche gli adulti.
Autore
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Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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