GROSSETO. Ex partigiani contro. A Grosseto succede anche questo. Tanto per gettare benzina sul fuoco alla vigilia del 25 aprile.
“Colpa” della scelta dell’Amministrazione comunale di intitolare una via a Giorgio Almirante, giustificando la decisione con una sorta di pacificazione nazionale, tanto che un’altra strada avrà proprio questo nome e una terza sarà intitolata a Enrico Berlinguer.
Decisione che ha scatenato mille polemiche, culminando nella contestazione nel giorno della commemorazione dell’eccidio di Maiano Lavacchio quando in molti si voltarono cantando “Bella ciao” nel momento in cui il sindaco iniziò a parlare.
Una protesta che la sezione Anpi Elvio Palazzoli di Grosseto invita a ripetere alla commemorazione del 25 aprile. Scatenando la risposta dell’Anpi provinciale, intitolato a Norma Parenti e guidato da Luciano Calì, che chiarisce «Siete in palese contrasto con i nostri regolamenti interni».
Scontro finito? Macché.
In una nota ulteriore la sezione Elvio Palazzoli ribadisce: «Nessuno regolamento ci vieta di dissentire. Il sindaco rinneghi la scelta di via Almirante, altrimenti ci sentiamo liberi di protestare». Quindi tutti voltati di schiena e “Bella ciao”.
Anpi Palazzoli: «Voltate le spalle al sindaco»
«A Maiano Lavacchio, in occasione della commemorazione dell’eccidio del 1944 – scrivono dalla sezione Anpi Elvio Palazzoli -, i partiti della sinistra, i sindacati, le associazioni sociali e i singoli cittadini, superando le differenze si sono trovati tutti sotto la bandiera dell’antifascismo, volgendo le spalle al sindaco Vivarelli Colonna e intonando “Bella Ciao”, hanno inteso contestare non l’istituzione, ma l’operato di una persona, che pur ricoprendo una carica istituzionale si ispira a valori contrari allo spirito antifascista della nostra Costituzione».
«Con diversi e tutte valide argomentazioni, gli oratori che si sono succeduti hanno chiesto al sindaco di Grosseto di ritirare la delibera assunta dalla giunta comunale per intitolare una via cittadina al fascista Almirante e un’altra a una storicamente assurda “Pacificazione nazionale”. Nessun ripensamento, però, è venuto da parte della giunta comunale; pertanto lo sdegno e la condanna di quella scellerata decisione va manifestata, con maggiore ragione, anche durante le celebrazioni della festa della Liberazione del 25 aprile».
«Perciò la sezione Anpi “Elvio Palazzoli” di Grosseto, unitamente al proprio coordinamento Donne, invita tutte le cittadine e i cittadini antifascisti a tenere lo stesso atteggiamento di Maiano Lavacchio, volgendo le spalle a chiunque rappresenterà dal palco l’amministrazione comunale e cantando “Bella Ciao”».
Anpi Parenti: «Siete contro regolamenti e prassi»
«A nome del comitato provinciale “Norma Parenti” – evidenzia Luciano G. Calì, presidente provinciale dell’Anpi – preme chiarire che la nota inviata alla stampa dalla sezione “Palazzoli” è in palese contrasto con i regolamenti interni, con la prassi storica assunta dall’Anpi in tutte le cerimonie ufficiali ed istituzionali ed anche con quanto stabilito, ovviamente insieme allo stesso gruppo dirigente della sezione “Palazzoli”, in occasione dei prossimi eventi pubblici organizzati in tutta la provincia per celebrare degnamente la Liberazione dall’occupazione nazifascista».
«L’Anpi, nel confermare anche per il capoluogo maremmano tutte le co-organizzazioni istituzionali in essere con i Comuni e con la Provincia di Grosseto, si richiama in tutte le proprie azioni alla sua natura unitaria sancita sin dalla sua costituzione avvenuta a Roma settantanove anni fa, ad opera delle partigiane e dei partigiani, nel corso della lunga e sofferta Resistenza».
«A quei valori di democrazia e di libertà l’Anpi intende pertanto conformarsi ed impegnarsi quotidianamente, a garanzia del ruolo di “Istituzione tra le Istituzioni” solennemente assunto attraverso il riconoscimento ad Ente morale e la presenza di propri rappresentanti sin dal 1945 all’interno della Consulta nazionale, prima assemblea legislativa istituita al termine della dittatura fascista».
«In ultimo ci sentiamo di consigliare al primo cittadino di Grosseto, in continuità con il segnalato “atteggiamento collaborativo e addirittura amicale, al di fuori di ogni steccato ideologico”, di ritrovare serenità e senso della misura anche in vista del 25 aprile».
«Troppe volte, anche in modo intempestivo ed inopportuno, il primo cittadino si è mostrato scostante rispetto al supremo dovere di onorabilità e rispetto delle istituzioni, premettendo ad esse un presunto diritto a manifestare liberamente pensieri di natura personale in palese contrasto con il proprio ruolo pubblico, stabilito e disciplinato dalla legge quale rappresentante della comunità delle cittadini e dei cittadini».
Anpi Palazzoli replica: «Manifestiamo lo stesso il nostro dissenso»
Il direttivo della sezione Anpi “Elvio Palazzoli” replica ancora, chiarendo di non aver cambiato idea.
«Per il direttivo della sezione Anpi “Elvio Palazzoli” la questione della celebrazione del 25 aprile a Grosseto si pone in maniera semplice. Noi abbiamo grande rispetto per tutte le istituzioni repubblicane, nate dalla lotta di Liberazione dalla dittatura fascista, dalle piccole alle grandi a partire dal Comune di Grosseto».
«Ciò che chiediamo è che i valori costituzionali vengano rispettati e praticati. Larga parte delle cittadine e dei cittadini della nostra città chiedono che venga riconsiderato il progetto divisivo di intitolare una strada a Giorgio Almirante, compromesso con il passato regime fascista e con le sue posizioni razziste».
«Il nostro dissenso, manifestato in maniera pacifica e civile, rispetta i principi costituzionali di cui all’articolo 21 sulla libertà di pensiero e anche l’articolo 11 della Carta dei Diritti dell’Unione Europea. Non esiste nessuna indicazione in senso contrario nel diritto e neppure nello statuto, nel regolamento e nei deliberati dell’associazione di cui ci onoriamo di far parte».
«Quindi a nostro avviso c’è un unico modo in cui possa essere messa al sicuro l’unità democratica e antifascista, che vogliamo celebrare il 25 aprile: dica pubblicamente dal palco di piazza Dante il sindaco Vivarelli Colonna, come autorità che ha giurato sulla Costituzione e che rappresenta tutta la cittadinanza, di rinunciare alla proposta di via Almirante».
«In caso contrario rimane fermo il nostro proposito di manifestare in maniera pacifica e civile il nostro dissenso».
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