FOLLONICA. Una vera notte d’inferno per due dipendenti della Croce Rossa di Scarlino.
La richiesta di soccorso era arrivata dopo le 22 di ieri, domenica 23 aprile. I due, un uomo e una donna, si erano subito messi in moto con l’ambulanza in direzione Follonica città.
«Ci hanno chiamati inizialmente per un codice bianco (non grave), per prestare soccorso a una donna», racconta uno dei soccorritori.
Da soccorritori ad assaliti
«Siamo arrivati lì e subito ci siamo accorti della situazione – ricorda – C’erano già due carabinieri che cercavano di disinnescare la lite scoppiata tra i due. La donna, di circa 24 anni, aveva ricevuto diverse botte. Aveva un livido sul fianco e segni di strangolamento sul collo».
A riempirla di botte era stato il compagno. Tutta la scena aveva avuto come spettatore il figlio piccolo della coppia: un bambino di 2 anni e mezzo che ha assistito terrorizzato a tutti gli eventi della serata.
«Era la prima volta che ci recavamo lì – dice uno dei soccorritori – Ma non doveva essere la prima volta che quell’uomo faceva del male alla compagna. Lo abbiamo visto anche dalle lesioni, non erano tutte recenti».
«Ha incitato il pittbull contro il collega»
Mentre i carabinieri attendevano rinforzi e la situazione sembrava più tranquilla, il soccorritore più giovane, dopo essere salito nell’abitazione ne è uscito per prendere dei materiali di soccorso nell’ambulanza. «In quel momento il compagno della donna è scappato improvvisamente lanciandosi dalla finestra – dice la soccorritrice – si è gettato contro il collega intimandogli di andare via, cercando di aizzargli contro anche il cane. Un pittbull, che fortunatamente riconosce come “autorità” la donna, e non ha dato retta al compagno».
Il dipendente della Croce Rossa poi ha cercato di assecondare il volere dell’uomo per non peggiorare la situazione. «Ha cercato di spostare l’ambulanza aprendo lo sportello e salendoci – racconta la collega – proprio in quel momento l’uomo, sempre su tutte le furie, gli ha chiuso violentemente lo sportello sul ginocchio».
Attivato il codice rosso
Nel frattempo, la dipendente della Croce Rossa veniva aggredita dalla madre dell’uomo (anche lei in casa con la coppia), che l’ha spintonata contro lo stipite della porta più vicina. Fortunatamente non ha riportato grossi traumi.
Lo stesso non si può dire del collega, purtroppo. Il dipendente della Croce Rossa si è reso conto che non riusciva più a guidare. Col ginocchio ancora gonfio e dolorante, è andato al pronto soccorso per farsi visitare.
L’intervento dei soccorritori è stato messo a dura prova. «I carabinieri sono stati all’altezza della situazione e hanno fatto il possibile per sollecitare i rinforzi – raccontano i dipendenti della Croce Rossa – ci hanno sempre aiutati ma è stata una serata davvero difficile. Al mio collega adesso aspetta una visita dall’ortopedico».
L’arrivo dell’altra pattuglia di carabinieri da Montieri è stato provvidenziale per gestire al meglio la situazione. I militari, sentito anche il parere del pubblico ministero, hanno attivato la procedura di codice rosso. La donna è stata allontanata dalla casa e viste le lesioni è stata portata all’ospedale.
«La paura è arrivata dopo»
I due dipendenti della Croce Rossa hanno affrontato il pericolo con lo spirito di sempre. Non hanno esitato, hanno fatto quello che doveva essere fatto. La paura è arrivata improvvisamente dopo aver portato la donna all’ospedale e aver finito il turno. All’una di notte, dopo aver chiesto anche il referto medico all’ospedale. Probabilmente sarà materiale utile per una denuncia che darà ulteriore riprova di atti violenti e scellerati.
«Quando “a mente fredda” ho ripensato a quello che era successo – racconta la dipendente Cri – mi è presa una paura terribile. Poteva succedere di tutto. A me e al mio collega».
«Ho pensato ai casi di violenza che a volte sentiamo avvenire negli ospedali – ricorda – ho pensato alla psichiatra morta a Pisa dopo l’aggressione avvenuta venerdì. Ho pensato a tante cose. Siamo andati per soccorrere e ne stavamo rimanendo vittime».
Non era mai successo che venisse assalita. «È la prima volta che vengo aggredita, non mi era mai successo – racconta – Solitamente le persone ci ringraziano per come ci comportiamo, perché le aiutiamo. Il mio collega una volta arrivato all’ambulanza, si è dovuto chiudere dentro, dopo lo sportello sul ginocchio rischiava di peggio. Spero che queste cose non accadano più, noi andiamo per aiutare gli altri, è assurdo che ci aggrediscano».
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Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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