La Puglia vieta i ricci. E vengono in Maremma per fare incetta Skip to content

La Puglia vieta i ricci. E vengono in Maremma per fare incetta

Migliaia di sequestri in poco tempo. E il divieto di pesca in Puglia porta molti a salire fino al golfo per la pesca illegale
Ricci di mare
Ricci di mare

FOLLONICA. Nel golfo di Follonica sono stati sequestrati 34 mila ricci di mare in poco meno di un anno e mezzo.

Il dato arriva dalla Capitaneria di Porto di Piombino che, se da una parte ci solleva con la buona notizia della rimessa in mare di buona parte di essi, dall’altra ci conferma purtroppo che il livello di attenzione nei confronti di questo tipo di pesca illegale è sempre molto alto.

Oltretutto la notizia che la Regione Puglia ha varato una legge che vieta la pesca dei ricci di mare per i prossimi tre anni lungo le sue coste, non ha certamente favorito un abbassamento del livello di guardia sui controlli, anche perché quei sequestri hanno permesso di appurare che i responsabili della pesca illegale siano per lo più provenienti proprio dalla Puglia.

La Capitaneria: ecco perché scelgono proprio Follonica

Il tenente di vascello Poletti, che comanda la Capitaneria di Piombino, ha accettato di rispondere a qualche domanda.

Il divieto della pesca dei ricci in Puglia è una decisione forte, ma sta portando ad alti numeri dei sequestri registrati nel nostro mare.

«Per certi versi è una cosa molto buona. La consapevolezza dimostrata con questo atto dalla Regione Puglia sulla necessità di tutela nei confronti del mare, e delle specie che lo abitano, è un passo importante. D’altro lato purtroppo ci dà la conferma che dovremmo stare ancora a lungo nella massima allerta, visto che la domanda di questo mollusco è ancora molto alta e spinge certi soggetti ad operare in altre zone del Paese».

In quale stagione il fenomeno è più assiduo?

«Abbiamo avuto modo di verificare che i periodi di maggior presenza di pescatori non autorizzati e di violazioni delle leggi del mare si verificano con l’avvicinarsi delle festività; sia prima che dopo la domanda è più alta, i ristoranti lavorano di più e quindi si muovono più persone dedite a questo tipo di attività illecita».

I sequestri, almeno a Follonica, sono stati fatti non solo da voi ma anche dalla Guardia di Finanza: il controllo su questo fenomeno deriva da un lavoro di squadra.

«Assolutamente sì. Su tutte le problematiche che si possono rilevare in un territorio c’è un lavoro sinergico di tutte le forze dell’ordine anche perché nessuna istituzione, per quanto ben organizzata, potrebbe raggiungere i massimi risultati. Solo collaborando ci si può riuscire».

In merito a questo, la collaborazione secondo lei potrebbe arrivare anche dai cittadini ?

«I cittadini sono fondamentali, anzi, mi permetta una nota di pregio verso coloro che ci chiamano: hanno contribuito spesso con le loro segnalazioni a farci andare dritti al punto, risparmiando tempo e ottimizzando gli sforzi. Molti dei sequestri di migliaia di ricci sono andate a buon fine proprio grazie alle segnalazioni di persone che avevano notato qualcosa. Certamente non sempre va nel modo migliore, ma spesso sì e questo è già tanto. Oltretutto  contribuiscono a mantenere alta l’attenzione e a sentirsi partecipi della legalità».

Due domande più tecniche le abbiamo rivolte anche al comandante di Follonica Strignano.

Esiste, diciamo, una metodologia che questi pescatori abusivi usano per la pesca dei ricci?

«Di solito sono in quattro o cinque, viaggiano di giorno per raggiungere la località scelta e pescano la notte. Mentre alcuni di loro pescano, gli altri stanno su un gommone a poca distanza pronti a dare l’allarme nel caso di avvicinamento di imbarcazioni oppure di movimenti su strada nei pressi di quello che potrebbe essere il loro punto di rientro a terra. Per questo è quasi più facile per noi intervenire a lavoro fatto».

Come mai scelgono proprio Follonica?

«Perché a Follonica ci sono le barriere soffolte, habitat perfetto per il riccio. Infatti non è solo Follonica ad essere presa di mira per questa attività, ma tutte le località con le medesime caratteristiche».

Autore

  • Collaboratrice di MaremmaOggi. Il turismo e l'accoglienza sono nel dna familiare, ma scrivere è l'essenza di me stessa. La penna mi ha accompagnato in ogni fase e continua a farlo ovunque ce ne sia la possibilità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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