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Manager morto al Giglio: «Ucciso da un infarto»

I consulenti della Procura hanno depositato la perizia sulla morte di Fabio Attilio Cairoli, il top manager: attesa per le osservazioni dei consulenti di parte richieste dal pm
Fabio Attilio Cairoli

ISOLA DEL GIGLIO. Fabio Attilio Cairoli, il top manager di 58 anni morto la scorsa estate all’isola del Giglio, è stato ucciso da un infarto. Lo hanno scritto nella bozza di perizia medico-legale depositata alla Procura di Grosseto, i consulenti del pm, che hanno effettuato l’autopsia sulla salma del top manager della Igt Global Lottery. 

Ora quella perizia, come disposto dal sostituto procuratore Carmine Nuzzo, sarà inviata a tutti i consulenti di parte nominati dagli indagati che dovranno formulare le proprie osservazioni

11 indagati per la morte del manager

Osservazioni che saranno quindi tenute di conto dalla Procura nel delineare le eventuali responsabilità degli 11 indagati. Il pm, aveva incaricato della perizia medico legale tre super esperti: il professor Marco Di Paolo, medico legale dell’Università di Pisa, il professor Lorenzo Ghiadoni, direttore dell’unità operativa di Medicina d’urgenza dell’Aoup e il professor Michele Edmin, ordinario di malattie dell’apparato cardiovascolare alla Scuola superiore Sant’Anna e direttore del dipartimento Cardiotoracico e dell’Unità operativa complessa di Cardiologia e medicina cardiovascolare alla Fondazione Toscana Monasterio. 

Sono loro ad aver firmato la relazione di 140 pagine che ora è stata depositata in Procura. Cairoli aveva 58 anni ed era un fumatore. Già il giorno prima non era stato bene a causa – scrivono i medici nella loro relazione – di un ulteriore episodio ischemico. 

«Il decesso è attribuibile a una fibrillazione ventricolare che ha complicato un ulteriore episodio ischemico associato a recidiva di stenocardia in soggetto affetto da grave, estesa malattia coronarica», è scritto nella consulenza medico-legale. 

Il livello di troponina

Quando Cairoli, il 7 luglio, era andato a farsi visitare all’ospedale di Orbetello, dopo aver sentito un dolore al torace e al braccio. Gli era stato misurato il livello di troponina, che era risultato superiore alla norma. Tre ore dopo, quell’esame doveva essere ripetuto.

E, secondo il protocollo dell’Asl e quello formulato dalle linee guida internazionali, il manager sarebbe dovuto essere sottoposto a un ulteriore controllo, oltre che essere visitato da un cardiologo. 

Il lavoro dei consulenti di parte, ora, sarà quello di focalizzare l’attenzione sui risultati dell’autopsia e produrre le proprie osservazioni per capire se ci siano state o meno responsabilità da parte del personale che ha visitato Cairoli. Personale medico, infermieristico, tecnico, che, soprattutto nel periodo estivo, all’ospedale di Orbetello, deve rispondere a un numero di pazienti che cresce a dismisura. A differenza dello stesso personale. 

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