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Picchetto d’onore per l’addio a Pietro

Il funerale del guardiamarina è stato accompagnato da lunghi applausi, commozione e lacrime. Il centro gremito di divise bianche e blu: le note del Silenzio hanno fatto rabbrividire l’intera città
Il feretro portato in Duomo con il tricolore@maremmaoggi

GROSSETO. L’ottone della tromba scintilla alla luce, il picchetto armato della Marina militare è vestito di bianco, i reparti subacquei in blu. Il sagrato del duomo è invaso dal sole, la gente trova riparo all’ombra dei portici.

Le rondini garriscono. Ignare. Sono i funerali di Pietro Stipa, 26 anni, scomparso nella sciagurata notte del 15 giugno a La Maddalena quando, a bordo di un gommone, ha colpito fatalmente uno scoglio affiorante dal mare. Una dinamica assurda, un destino incoerente. La città, tutte le forze armate, la gente comune, hanno voluto essere presenti all’ultimo saluto a Pietro, il Guardiamarina della Maremma.

La visita del vescovo Roncari e del vicario Gentili 

I colleghi in blu, insieme a molti ufficiali, tra cui l’ammiraglio Biagi di La Spezia, hanno risalito corso Carducci per andare a prendere il feretro nella casa di famiglia, che, in mattinata era stato omaggiato dal vescovo Giovanni Roncari e dal vicario Paolo Gentili.

Davanti alla cattedrale i nove marinai del picchetto si sono predisposti per il presentat’armi, a sei sommozzatori è stato affidato il compito di portare Pietro all’interno della chiesa, il tricolore, il cuscino dove erano deposti il suo cappello e lo spadino, chiudevano il corteo, che, dopo la salita sugli scalini, è stato inghiottito dal portone spalancato del duomo. Le campane erano il sottofondo della scena in cui è apparso anche un trolley spinto da una ragazza all’oscuro di quello che attraversava.

La Marina era il sogno di Pietro

Spuntava anche un cappello di paglia ravvivato da fiori colorati sulla testa di un turista. Immagini lontane tra di loro, ma assolutamente rappresentative dell’esistenza e della morte, del bianco e del nero, del sorriso e del pianto. Del dolore e della spensieratezza. Quella di Pietro, della sua giovinezza, di un sogno diventato una splendida realtà con i gradi di ufficiale.

 

 
 
 
 
 
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Dall’interno della cattedrale, strapiena, le note del Silenzio fuori ordinanza nuotano all’esterno per inumidire occhi e pensieri. Tanti gli applausi scroscianti, che delimitano la cerimonia funebre, quindi silenzio, quindi tristi squilli di tromba. Finito il rito la gente ritorna sul sagrato, il feretro scende gli scalini, il picchetto rende gli onori militari, tutte le divise salutano sull’attenti.

Il tricolore viene ripiegato e sostituito da fiori e corone insieme alla foto di Pietro in divisa.

Ritorna il silenzio, profondo, da pelle d’oca, lungo. Solo quando il carro funebre si muove arrivano le lacrime dei colleghi, della gente, solo allora il distacco è divento pietra, abbracci, dolore condiviso e profondo.

Autore

  • Giancarlo Mallarini

    Collaboratore di MaremmaOggi. Ho viaggiato sulla carta stampata, ho parlato alla radio e alla televisione. Ora ho la fortuna e il privilegio di scrivere online su maremmaoggi.net. Come lavagna uso il cielo. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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