L'Anpi provinciale sconfessa Palazzoli: «Manipolano la realtà, il sindaco venga al 25 aprile» Skip to content

L’Anpi provinciale sconfessa Palazzoli: «Manipolano la realtà, il sindaco venga al 25 aprile»

25 aprile, Anpi provinciale prende le distanze dalla propria sezione Palazzoli parlando di: «Atteggiamento manipolatorio della realtà atto ad influenzare, maldestramente, una parte dell’opinione pubblica»
La protesta della sezione Anpi Palazzoli il 25 aprile scorso e il presidente provinciale Anpi Luciano Calì
La protesta della sezione Anpi Palazzoli il 25 aprile scorso e il presidente provinciale Anpi Luciano Calì

GROSSETO. Non si placa la polemica fra Anpi Palazzoli, sindaco e politica grossetana sul 25 aprile. L’invito dell’Anpi Palazzoli al sindaco a non partecipare alle celebrazioni e la risposta del sindaco, che ha detto di «cedere alla violenza di chi si comporta come fascisti rossi», fa discutere il mondo politico maremmano.

Ma questa mattina, 24 aprile, alla vigilia della festa di tutti, l’Anpi provinciale prende nettamente le distanze dalla propria sezione Palazzoli parlando di: «Atteggiamento manipolatorio della realtà atto ad influenzare, maldestramente, una parte dell’opinione pubblica» e ancora di «tentativo, puerile, di utilizzare il nome o il riferimento al presidente nazionale Pagliarulo per provare a dare copertura a comportamenti ed intenzioni che hanno natura politica e strettamente personale».

Questo mentre Romeo Carusi, presidente della sezione Anpi Palazzoli, non si sposta di un centimetro dalla propria linea e ribadisce che la presenza del sindaco sarebbe gradita solo se ritirasse la delibera su via Almirante.

Dall’altra Azione e Radicali criticano apertamente Anpi. Azione non fa giri di parole: «Il 25 aprile è sinonimo di libertà, quindi anche libertà di parola».

Lo stesso i Radicali: «L’Anpi non dovrebbe arrogarsi il diritto di limitare la partecipazione delle istituzioni a eventi così significativi per la collettività, né tantomeno di liberare l’agenda di Vivarelli Colonna, regalandogli un gradito giorno di vacanza».

L’Anpi provinciale: «In democrazia chi non rispetta le regole è fuori dalla comunità»

Questa la lettera aperta del comitato provinciale dell’Anpi “Norma Parenti” in riferimento a – scrivono -«Alcune polemiche pretestuose che vorrebbero far passare in secondo piano la festa di popolo del 25 aprile, giorno di ritrovata democrazia e libertà per l’Italia intera». 

«Siamo giunti alla settantanovesima celebrazione del 25 aprile e della Liberazione d’Italia, storicamente festeggiata anche in Maremma attraverso il doveroso impegno dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e di tutto il tavolo istituzionale che comprende anche il Comune capoluogo e la Provincia di Grosseto».

«In una co-organizzazione non è mai democratico pensare di escludere o silenziare gli altri componenti. Si tratta di rispetto delle Istituzioni che rappresentano la totalità delle cittadine e dei cittadini della nostra comunità».

«Tuttavia il gruppo dirigente di una sezione Anpi, un’articolazione locale del comitato provinciale “Norma Parenti” che in Maremma conta quindici tra sezioni e circoli territoriali, ha esposto a mezzo stampa la propria linea che annuncia di trasformare una giornata di festa democratica e popolare in una contestazione contro “il sindaco e l’attuale amministrazione del Comune di Grosseto” intimando loro di “non […] partecipare, in quanto – come dice il presidente nazionale dell’Anpi – le istituzioni hanno il dovere di onorare e preservare la memoria del sacrificio delle antifasciste, degli antifascisti, delle partigiane, dei partigiani e di tutte le vittime del nazifascismo».

«Si tratta di un atteggiamento manipolatorio della realtà atto ad influenzare, maldestramente, una parte dell’opinione pubblica che non è a conoscenza dei fatti o della vita organizzativa dell’Anpi, comunità da sempre rispettosa della pluralità di pensiero al suo interno, ma altrettanto rispettosa delle deliberazioni che vengono assunte attraverso i lavori del comitato nazionale e del comitato provinciale che impegnano i dirigenti di tutti i livelli territoriali ad una doverosa osservanza e coerenza di azione».

«Non può dunque essere accettabile il tentativo, puerile, di utilizzare il nome o il riferimento al presidente nazionale Pagliarulo per provare a dare copertura a comportamenti ed intenzioni che hanno natura politica e strettamente personale».

«In democrazia le regole scelte da una comunità sono a tutela di tutti, a partire da quelle impresse con il sangue delle partigiane e dei partigiani nella Carta Costituzionale, figlia della Liberazione dall’occupazione nazifascista, che l’Anpi quotidianamente si impegna a difendere ed applicare interamente».

«In democrazia, da sempre, chi decide di non rispettare le regole di una comunità si pone per scelta personale fuori, e non al di sopra della stessa. E queste sono le parole di due grandi dirigenti nazionali dell’Anpi Luciano Guerzoni e Carlo Smuraglia, sinceri democratici che hanno sempre tutelato l’integrità e l’autonomia di quella che amavano ricordare essere una “Istituzione tra le Istituzioni”».

«Chiariti definitivamente questi aspetti, invitiamo pertanto il sindaco della città di Grosseto a non essere tentato da un pretestuoso disimpegno, poiché la presenza nelle piazze nella giornata del 25 aprile è essa stessa la cartina al tornasole di una autentica adesione ai valori costituzionali antifascisti su cui si presta giuramento all’inizio del proprio incarico. La piazza, un tempo agorà, è infatti il luogo in cui è nato il concetto stesso di democrazia. Ed è di fondamentale importanza ricordare a tutti, amministratori compresi, che il confronto diretto con la cittadinanza durante una sana e partecipata festa di popolo rappresenta sempre un salutare bagno di realtà».

Anpi Palazzoli, Carusi: «Il sindaco ritiri la delibera su via Almirante»

Il presidente della sezione Anpi Elvio Palazzoli, Romeo Carusi, replica ad Antonfrancesco Vivarelli Colonna.

«Egregio signor sindaco, lei rappresenta pro tempore un’istituzione, il Comune di Grosseto. Come rappresentante di quella istituzione  – come quelli di tutte le altre – ha il dovere di adempiere le funzioni pubbliche a lei affidate con “disciplina ed onore” come recita l’articolo 54 della Costituzione su cui ha giurato».

«Ciò vuol dire anche onorare la memoria del sacrificio di tutte le vittime del nazifascismo, ma intitolare una via non è il modo migliore per farlo. Voleva con questo atto, intitolando anche una via ad Enrico Berlinguer, proclamare una sorta di pacificazione? La pacificazione, egregio signor sindaco, c’è già stata con l’amnistia emanata da Palmiro Togliatti, allora ministro guardasigilli, nel 1946 pochi anni dopo la fine della 2ª guerra mondiale, amnistia che liberò molti fascisti condannati che si erano macchiarti di innumerevoli delitti come gli eccidi di Maiano Lavacchio, di Marzabotto, di Sant’Anna di Stazzema e tanti altri».

«Vede, sindaco, il problema per la destra, che costituisce la maggioranza della sua amministrazione, non è proprio la pacificazione, ma il fatto che non si riconosce pienamente nella Repubblica nata dalla Resistenza ed allora vuole riscrivere la storia equiparando i partigiani ai fascisti, gli oppressori agli oppressi, i carnefici alle vittime. Inoltre, non riconoscendosi in questa Repubblica, quella destra ne propone un’altra completamente diversa e incompatibile con la nostra Costituzione, tanto è vero che vuole arrivare ad un “premierato forte”, non previsto in nessuno Stato del mondo,  con l’intento di stravolgere la Costituzione vigente, alterando profondamente gli equilibri democratici tra i poteri dello Stato e  combinandolo per giunta con  l’autonomia regionale differenziata».

«Il nostro rispetto per l’istituzione Comune è piena e non  viene meno nemmeno il rispetto per la sua persona, come per ogni altra persona. Sono i nostri principi. Noi contestiamo gli atti che la sua amministrazione compie e il nostro modo di contestare, per altro molto democratico, pacifico e civile, non è una forma di “fascismo rosso” come  inopportunamente dice, se lo fosse la Procura avrebbe preso sul serio la sua querela dello scorso anno. Vivarelli Colonna, si dichiari chiaramente antifascista, ritiri la delibera che istituisce via Almirante, allora la sua presenza alla celebrazione della Festa della Liberazione sarebbe pienamente accettata».

Azione: «Il 25 aprile sia il giorno della libertà per tutti»

Anche Azione interviene sulla vicenda.

«L’Anpi non è nuova a posizioni estreme, politicizzando il 25 aprile, ma la Resistenza non è esclusiva di una parte politica ed Azione questo lo vuol rivendicare con forza. Ricordiamoci sempre le associazioni della Resistenza cattoliche, azioniste, repubblicane, indipendenti, alle quali ci identifichiamo preferibilmente, che hanno sempre rigettato la logica degli schieramenti contrapposti». 

«A noi risulta quindi fortemente sgradito, ed una mancanza di rispetto, il comunicato di Anpi sez. “Elvio Palazzoli” che invita il sindaco Vivarelli Colonna a non presentarsi alle celebrazioni quale figura istituzionale e primo cittadino. Invitiamo tutti a rammentare che l’antifascismo è l’essenza della nostra democrazia e significa avversare chi nega la libertà: libertà di pensiero, di espressione, di religione. Libertà dai giustizialismi e dai massimalismi in genere. Il pensiero unico non esiste per cui negare espressione ad altri che si ritengono non in linea, significa negare la libertà che a parole si afferma di voler tutelare». 

«Ridurre la società ad un ridotto spazio autoreferenziale, in cui altri non hanno nemmeno il diritto di affacciarsi, non serve ad altro che ghettizzarsi. Il 25 aprile è una festa unitaria perché l’insurrezione venne indetta dal Comitato di  Liberazione Nazionale che era l’organismo che comprendeva tutte le forze unitarie. È  stata proprio l’esistenza dei comitati di liberazione quali organismi unitari e rappresentativi di tutti gli italiani antifascisti e quindi buoni ed affidabili agli occhi delle potenze alleate , che ha permesso agli italiani , finita la seconda guerra  mondiale, di essere liberi di decidere del proprio destino (referendum, elezione assemblea costituente) e di rimanere uniti come Stato superando le divisioni. Quindi 25 aprile, giorno della Liberazione, sia il giorno della Libertà per tutti, nessuno escluso».

Bottoni (Radicali): «L’Anpi alimenta solo le divisioni»

Michele Bottoni, della giunta e del comitato nazionale Radicali Italiani così interviene:

«In un momento storico caratterizzato da una polarizzazione sempre più acuta, è fondamentale che le istituzioni mantengano il loro ruolo di faro per la comunità. Il 25 aprile, giorno della Liberazione dal nazifascismo, rappresenta un momento in cui la presenza delle istituzioni è cruciale per onorare i valori di democrazia e libertà e ispirare la coesione della società tutta».

«Risulta pertanto fuori luogo il recente invito dell’Anpi Palazzoli affinché il sindaco non si presenti in piazza durante le celebrazioni del 25 aprile. L’Anpi, pur essendo fondamentale nella tutela della memoria e dei valori antifascisti, non dovrebbe arrogarsi il diritto di limitare la partecipazione delle Istituzioni a eventi così significativi per la collettività, né tantomeno di liberare l’agenda di Vivarelli Colonna, regalandogli un gradito giorno di vacanza».

«Certamente non possiamo ignorare il contesto in cui si inserisce questa richiesta. Il sindaco, con le sue continue ritorsioni legali contro i cittadini e la sua tendenza a reprimere le critiche anziché accoglierle come parte del dibattito democratico, ha contribuito a creare un clima di divisione e sfiducia tra la popolazione e le Istituzioni. Ciò nonostante, è essenziale ricordare, a lui per primo, che egli rappresenta l’autorità locale di una Repubblica laica, democratica e pluralista e che, in quanto tale, ha il dovere istituzionale di essere presente in occasione di commemorazioni di così grande importanza storica e sociale. Malgrado i tanti comportamenti discutibili, esiste ancora una società civile a cui dovrà rispondere».

«Pertanto, l’invito dell’Anpi  Palazzoli rischia di alimentare divisioni e di minare l’importanza delle Istituzioni nella comunità. In un periodo in cui la coesione sociale è fondamentale, è essenziale che le istituzioni e la società civile lavorino insieme per promuovere la memoria storica e consolidare i valori democratici».

«In conclusione, il sindaco non solo ha il diritto, ma anche il dovere di essere presente in piazza il 25 aprile, in quanto custode dei valori democratici che questa data simboleggia: un momento di ricordo per coloro che hanno combattuto per la libertà contro il nazifascismo, ma anche un’opportunità per ribadire l’impegno della comunità nel difendere i valori democratici e contrastare qualsiasi forma di autoritarismo o estremismo».

«Invitiamo quindi tutta la cittadinanza a partecipare attivamente alle celebrazioni del 25 aprile, sia per onorare la memoria di coloro che hanno sacrificato la propria vita per la libertà, sia per rinnovare il nostro impegno nel difendere e promuovere i valori democratici in Italia e in Europa. La partecipazione di tutti è fondamentale per mantenere viva la memoria storica e per costruire una società basata sull’inclusione, la solidarietà e il rispetto reciproco. Insieme, possiamo rendere il 25 aprile non solo un momento di commemorazione, ma anche un’opportunità per riaffermare l’importanza della democrazia e della libertà per noi e per le prossime generazioni».

 

 

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