GROSSETO. Quaranta minuti di ritardo per il treno regionale che da Roma, intorno alle 22 di venerdì 29 novembre, viaggiava verso Grosseto. La colpa non è stata di un guasto. Ma dell’arresto della leader degli apolidi, Valentina Fusco, raggiunta da un aggravamento della misura firmata dal giudice Sergio Compagnucci dopo che la 43enne aveva violato la misura dell’obbligo di dimora a Follonica ed era andata a Roma.
La misura dell’aggravamento, venerdì pomeriggio era arrivata negli uffici della polizia stradale. La leader degli apolidi, con una decina di sostenitori, si era presentata il giorno prima a Roma, prima davanti al Consiglio di Stato, poi davanti alla Prefettura. Ma venerdì, dopo l’ultimo video postato nel pomeriggio, di lei e del suo gruppetto, non c’era più traccia nella Capitale.
Individuata grazie all’ennesimo video pubblicato
La campagna di Valentina Fusco per vedersi riconoscere lo status di apolide, dichiarato da lei stessa tre anni fa, questa volta le è costata l’ingresso nel carcere di Civitavecchia.
Gli agenti della polizia stradale di Grosseto, appena ricevuto l’ordine di aggravamento della misura, hanno subito contattato i colleghi di Roma. Fusco e i suoi sostenitori, però, non erano più davanti alla Prefettura. E per tutta la giornata la donna, non aveva postato alcun video. Lo ha fatto, però, in serata: dalle immagini, la stradale ha capito che la quarantatreenne era su un treno fermo. Gli agenti si sono messi subito a cercare tutte le partenze da Roma dirette a Follonica, individuando il regionale veloce sul quale poi la donna è stata fermata.
Hanno inviato la sua foto agli agenti della polizia ferroviaria di Civitavecchia, che, quando il treno si è fermato in stazione, sono saliti per vedere se a bordo ci fosse il gruppo partito il giorno prima da Follonica.
Hanno trovato Valentina Fusco seduta sul treno insieme ai suoi compagni di viaggio. E lì, di nuovo mentre una delle sue sostenitrici riprendeva la scena, la 43enne è stata arrestata. Ovviamente, per gli agenti della polizia ferroviaria non si è trattato di una passeggiata. «Fatemi vedere il mandato», ha chiesto subito la Fusco, prima di sdraiarsi nel corridoio centrale dello scompartimento, urlando che quell’arresto non era legittimo e che lei non avrebbe acconsentito a farsi portare via senza mandato.
«Non sono Valentina Fusco, cittadina italiana. È un errore di identificazione»
«Sono stata due giorni davanti alla Prefettura di Roma e non mi hanno arrestata. Sono una cittadina che parla di legge – ha detto ancora la leader degli apolidi ai poliziotti della polfer – Io non sono in arresto, lei sta dando false informazioni».
Prima di scendere dal treno, Fusco ha parlato di nuovo ai suoi sostenitori e a chi era seduto nel convoglio, rimasto fermo alla stazione di Civitavecchia per 40 minuti. «Sono tre anni che mi vessano da quando ho scelto lo status di apolidia – dice ancora – L’identità digitale sta per rovinare tutti, la riforma della giustizia è la dittatura volontaria».
Ma prima, Fusco aveva sfoderato un altro dei suoi convincimenti: «L’arresto è richiesto per la cittadina italiana Valentina Fusco – ha ribadito ancora una volta – non per l’apolide. In tribunale il giudice ha fatto un errore di identificazione e voi state arrestando una persona con un errore di identificazione. Io non sono questa persona».
Dopo aver chiesto alla polizia ferroviaria di vedere il decreto emesso dal giudice, stampato su carta («Sul palmare non vale», ha specificato), Fusco si è di nuovo rifiutata di seguire gli agenti in ufficio. «Faccia venire un magistrato», ha chiesto.
Alla fine, la donna è stata presa per le mani e per i piedi dagli agenti e portata giù dal treno. Poi, in nottata, è stata accompagnata nel carcere di Rebibbia.
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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