GROSSETO. Terzo appuntamento con la rubrica quindicinale “Il Mangia libro”. Dedicata a tutti coloro che hanno fame di lettura e conoscenza, ogni due venerdì, propone un libro scritto da un autore maremmano o legato alla Maremma.
Protagonista di questo venerdì 30 aprile è il romanzo “Dna chef“, l’ultima opera di Roberta Lepri. Nata a Città di Castello (Perugia), vive e lavora da anni a Grosseto. Scrive soprattutto romanzi, riscuotendo sempre maggior successo a livello nazionale. Ma è anche molto impegnata nella terra in cui vive: come “Bella capanna” ispirato alle capanne di Principina a Mare pubblicato per Le Strade bianche di Stampa alternativa.
Questo ultimo libro invece è il secondo pubblicato con la casa editrice internazionale Voland e presto sembra proprio che Dna chef varcherà i confini nazionali. Una casa editrice della Repubblica ceca è interessata a tradurlo e pubblicarlo anche nel suo Paese.
Con questo romanzo Lepri riscopre il tema della memoria. Non la sua perdita come nel precedente “Hai presente Liam Neeson?” però, ma il suo servizio. Qui, infatti, la memoria serve al lettore per indagare sul protagonista, che viene raccontato tra le parentesi di vicende nazionali e personali. A servire il tutto, ci pensa Lepri, assaggio dopo assaggio.
Storia di famiglia, cucina e amore
Il libro è ambientato ai giorni nostri, nel 2020 per la precisione. Guido Nocentini, lo chef 40enne al centro del romanzo, qui si specchia spesso nei geni del nonno Giovanni. Fiorentino d’origine, fu confinato alle isole Tremiti durante il fascismo. Fu proprio lì che cucinò le tagliatelle al sugo di ricci ricordate per decenni. Un piatto che anche il nipote Guido si porta dietro nel ristorante di Londra.
Mentre l’emergenza Covid incombe col suo primo lockdown, dopo la morte del babbo, Guido torna alle origini, a San Domino. Non ha famiglia, solo se stesso. Il nastro lì si riavvolge, le tagliatelle sono come una pellicola che si porta dietro una storia frammentata. Una storia che solo l’avida forchetta del lettore potrà riavvolgere, partendo dalla coppia dei nonni Beatrice e Giovanni.
Le tagliatelle del nonno arrivarono dopo un periodo di grande fame sofferta dagli isolani, così come i ritrovamenti della storia di famiglia arrivano per Guido dopo aver cercato ogni elemento utile alla sua ricostruzione. In mezzo, la figura di Vittorio. Omosessuale odiato a morte da Giovanni fino all’ultimo ma, al contrario, amato da Beatrice.
L’amore che muove il mondo
Lepri ha scritto il romanzo per il lettore e si vede. Forse però lo ha fatto anche un po’ per se stessa. Perché parla indubbiamente di vita e d’amore, e vivere amandosi è qualcosa che dovremmo fare tutti.
Dna chef è dolce, ma anche aspro quando serve. È condito, ma anche elementare, alla bisogna. Non serve una ricetta per leggerlo anche se una di ricette ne contiene.
Non è quindi certo un libro di cucina, ma proprio tramite la “scusa” della cucina può trasformarsi in un manuale. Quello per amare gli altri o per provare a farlo. Dedicato anche ai profani.