SEGGIANO. Una perla della Maremma, appoggiato all’Amiata, con gli occhi che guardano la Val d’Orcia e, laggiù in fondo, il Senese.
Perché Seggiano, di cui ci sono tracce fin dai tempi degli Etruschi e dei Romani, l’insediamento forse deve il suo nome al dio Giano, è stato a lungo dominati dai senesi.
Ci sono tracce di Seggiano agli inizi del X secolo come possedimento dell’abbazia di San Salvatore al Monte Amiata, che dopo l’anno Mille cedette una parte dei diritti all’Abbazia di Sant’Antimo. Il dominio senese ebbe inizio nella seconda metà del Duecento, durante il quale esercitavano forti influenze le famiglie dei Salimbeni (sì, proprio quelli della Rocca del Monte dei Paschi) fino a tutto il Trecento e gli Ugurgieri dal Quattrocento in poi.
Il centro rimase nell’ambito territoriale della Repubblica di Siena fino al 1555, anno in cui entrò a far parte del Granducato di Toscana.
Seggiano è stato la prima tappa del progetto Smart – Itinerari Enogastronomici della Maremma Grossetana, iniziativa targata Cat Ascom Maremma e Vetrina Toscana – in collaborazione con Camera di Commercio Maremma e Tirreno / Unioncamere Toscana, finalizzata a promuovere ristoranti, botteghe e produzioni di qualità, che esprimono l’identità del territorio, valorizzando la cultura enogastronomica come attrattore turistico.
Una catena spezzata sulla facciata dell’antico municipio
E non c’è tappa enogastronomica senza prima aver stimolato l’appetito con una visita al paese, accompagnati dalla grande competenza e passione della guida Fabiola Favilli. E così abbiamo scoperto che sulla facciata dell’antico municipio c’è una catena spezzata, a simboleggiare la fine del dominio di Castel del Piano su Seggiano.
Le antiche strade scoscese dipingono un paese curato e ben tenuto, dove il medioevo affiora a ogni angolo, sotto ogni arco delle antiche mura. Tre sono le porte: San Gervasio, degli Azzolini e del Mercato. Subito fuori dalle mura ecco l’oratorio di San Rocco, edificato nel XV secolo, custodisce affreschi del pittore Girolamo di Domenico.
L’antico frantoio, l’assaggio di olio Seggiano Dop, poi il pranzo, a La Scottiglia di Pescina.
Fabio, Massimo e la scottiglia
Fabio Magini, con il socio Massimo Pierangioli, conducono da anni La Scottiglia, questo locale che si affaccia su Pescina e Seggiano, proprio sotto alla vetta del monte Amiata. Qui d’estate si mangia al fresco, ma in inverno i sapori della cucina di montagna aiutano a trovare il calore del cibo di una volta.
Ci hanno accolto con l’olio Seggiano Dop appena franto, da assaggiare insieme a una terrina di carne.
Quindi la protagonista della giornata, la fantastica scottiglia, seguita da pici fatti in casa con i funghi di montagna e la cinta senese.
Maialino in crosta per terminare una giornata meravigliosa.
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Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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