GROSSETO. È morto a soli 41 anni Luigi Ambrosio, ex attaccante del Grosseto, scrittore e anima del bar Ricasoli. Per un anno ha giocato la sfida più difficile della sua vita, quella contro un tumore che lo aveva costretto, negli ultimi mesi, a cedere la gestione del suo locale. Calciatore di razza, scrittore, artista a tutto tondo, Gigi era stato operato quasi un anno fa, dopo che all’ospedale Misericordia gli era stato diagnosticato un terribile tumore. Un intervento delicato, che Luigi Ambrosio aveva superato bene. L’affetto e l’abbraccio della città non si sono mai fatti attendere e Luigi trovava il modo di fare lui forza ai tanti amici che lo incontravano.
Da alcuni giorni era ricoverato nel reparto di leniterapia dell’ospedale Misericordia di Grosseto, affidato ai medici delle Cure palliative, circondato dall’amore dei suoi familiari: la sorella Michela, che gli è stata accanto ogni giorno, da quando la sfida più grande del quarantunenne è diventata quella per la vita e non per il risultato alla fine della gara, la mamma e il babbo, la sua bambina, che amava più di ogni altra cosa e la mamma della piccola.
Grandissimo conoscitore di musica, appassionato di fotografia, artista poliedrico, Luigi Ambrosio, classe 1980, aveva militato nel Grosseto calcio alla fine degli anni Novanta.
Dopo qualche anno passato fuori da Grosseto, Luigi era tornato in città per aprire uno locali più frequentanti e amati del centro storico. Ma Ambrosio non era certamente solo un barman: era uno scrittore, che ha voluto raccontare il mondo del calcio nel suo romanzo “Mai stato in serie A“. Indimenticabili poi le immagini e le frasi lasciate sui muri del suo bar, cresciuto a sua immagine e somiglianza. Con tutto il materiale artistico e soprattutto umano che aveva a disposizione, Gigi aveva dato alle stampe il suo secondo libro “Kaino, Ricasoli e altri demoni“, quaranta racconti scritti raccontando quello che i suoi occhi vedevano da dietro al bancone.
Viaggiatore appassionato, Luigi Ambrosio era diventato babbo di una splendida bambina. L’8 luglio dell’anno scorso, all’ospedale Misericordia gli era stato diagnosticato un tumore difficile da sconfiggere. Ma Gigi sapeva di avere così tanti amici e così tanto amore da decidere di combattere con tutte le sue forze. Era stato operato l’8 settembre e tre giorni dopo aveva voluto raccontare su Facebook quello che gli era successo. «Ho respirato tanto amore, tanto calore, grande presenza, un affetto quasi soffocante. Ho scoperto Modena che è super bella, dove ho già una seconda famiglia e dove si mangia super bene ( non in reparto certo ) – scriveva sul suo profilo – Sono senza parole quando guardo il lavoro che svolgono negli ospedali questi Cristi, ho scoperto ruoli e zone che non sapevo esistessero, vedi la sala Angiografica e i radiologi intervisti. Ci vuole coraggio e una missione innata per essere tutti i giorni in prima linea, certo anche loro sbagliano, non voglio innalzarmi a difensore di nessuno, ma quanto è vera la frase: finché non ci passi dentro non lo puoi capire. Onore a chi lotta tutti i giorni per motivi veri, la vita non va data per scontata, e lo dico ancora per primo a me stesso. Ah e ultima cosa; ma sono proprio necessari i selfie che vi fate col braccialetto al pronto soccorso? Grazie di cuore a tutti, anche a chi non lo ha saputo ancora, ma sento che mi è stato accanto».
Tante delle sue opere e delle sue fotografie, con le quali aveva raccontato anche la sua città, sono pubblicate sul sito www.luigiambrosio.it.
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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