GROSSETO. L’Europa va verso un approccio scientifico per affrontare l’esplosione demografica del lupo, che in Maremma sta uccidendo, un capo alla volta e una stalla dopo l’altra, la pastorizia. Una svolta che Coldiretti Grosseto aveva giù annunciato, dopo la manifestazione di volontà della presidente della commissione Ursula Von Der Lyner, e che ora sembra più vicina.
«Il declassamento dello status di protezione del lupo da rigorosa a semplice risponde alle richieste delle autorità locali, degli allevatori e degli agricoltori di maggiore flessibilità per gestire attivamente le concentrazioni critiche di lupi – spiega Simone Castelli, presidente Coldiretti Grosseto – È un passo avanti notevole nell’approccio alla gestione di un evidente disequilibrio, che ha portato alla chiusura di quattrocento allevamenti in dieci anni nella nostra provincia contribuendo al progressivo abbandono delle campagne e all’indebolimento della filiera lattiero casearia».
Gli attacchi dei lupi causano ogni anno la morte di migliaia di pecore, capre ed agnelli. Gli attacchi negli allevamenti sono continui e stanno portando al collasso gli allevamenti delle zone interne e montane, aggravando il pericolo di abbandono di queste aree. In meno di dieci anni, secondo i dati elaborati da Coldiretti, i predatori hanno dilaniato un capo ovi caprino su dieci portandoli sotto la soglia di mille unità, contribuendo alla chiusura di una stalla su tre, costringendo i pastori ad alzare bandiera bianca.
Castelli: «Va ristabilito un equilibrio sostenibile»
Per denunciare una situazione non più sostenibile Coldiretti Grosseto ha promosso la campagna #salviamoipastori, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla silenziosa emergenza predazioni. Sostanzialmente i pastori delle aziende predate ponevano alcuni cartelli stradali choc al loro ingresso e c’è anche una mappa digitale georeferenziata dei luoghi dove si sono consumati gli attacchi con una legenda informativa.
La modifica dello status di protezione del lupo nella Convenzione di Berna potrebbe porre le basi per una conseguente modifica anche della Direttiva habitat a livello Ue. Era una delle richieste che Coldirette ha avanzato e su cui hanno lavorato a Bruxelles.
«Le recinzioni ed i risarcimenti non possono essere la soluzione e non devono più essere un alibi per evitare di affrontare questa emergenza – dice Castelli – L’esasperazione è diventata rassegnazione. Le aziende chiudono perché non ce la fanno più, così crolla anche la produzione di latte che alimenta la filiera del pecorino Dop e di altri prodotti caseari. Va ristabilito un equilibrio sostenibile per tutti».
I lupi presenti in Italia
Secondo lo studio di Life wolfalps EU gli esemplari di lupo in Italia sono intorno ai 3.300, di cui 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 nel resto della penisola. In Toscana pare che la presenza del lupo sia molto elevata, infatti, pare che abbia colonizzato molti ambienti idonei per lo sviluppo della specie. Inoltre la presenza dei predatori vicino alle abitazioni, in zone antropizzate, non è più un tabu. Gli avvistamenti sono quotidiani e con loro cresce la preoccupazione degli abitanti.
«I dati mostrano che il lupo non è più a rischio estinzione – sottolinea Coldiretti Grosseto – mentre è in aumento il pericolo della scomparsa della presenza dell’uomo delle montagne e delle aree interne. Condizione che crea effetti devastanti sull’economia e sull’occupazione di questi territori, ma anche sull’assetto idrogeologico. Senza la costante opera di manutenzione assicurata dalle aziende agricole cresce il degrado ambientale, che porta con sé frane e alluvioni, rese ancora più devastanti dagli effetti dei cambiamenti climatici».
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