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È apolide, non le prendono la denuncia, fa un sit in davanti alla questura

La donna si era presentata alla polizia per denunciare il comandante della polizia municipale, ma avrebbe consegnato un documento agli agenti con scritto “apolide”
Gli apolidi di fronte alla questura

GROSSETO. Essere apolide significa non avere nessuna cittadinanza, nessuno Stato d’appartenenza. La condizione di apolidia non dipende da una scelta o dalla volontà dei singoli. Si è apolidi per una (o più) delle seguenti ragioni: se si è figli di apolidi o se si è impossibilitati a ereditare la cittadinanza dei genitori; se si è parte di un gruppo sociale cui è negata la cittadinanza sulla base di una discriminazione; se si è profughi a seguito di guerre o occupazioni militari oppure per conseguenze burocratiche o per incongruenze e lacune nelle leggi sulla cittadinanza dei diversi Stati.

Ma questo non è il caso di chi rinuncia alla propria cittadinanza perché non riconosce le leggi dello Stato, provando, in maniera goffa, a sottrarsi alla legge. O almeno, a vivere secondo un codice proprio. 

Vuole sporgere denuncia ma i suoi documenti non sarebbero in regola

Un gruppo di persone, da tre giorni sta manifestando davanti alla questura di Grosseto, perché una donna di Follonica, Valentina Fusco, che da anni si proclama apolide,  ha provato a denunciare il comandante della polizia municipale di Follonica, consegnando però agli agenti della questura di Grosseto dei documenti che sembrerebbero falsi e che sono stati sequestrati insieme alle targhe contraffatte della sua auto.

La donna ha diversi amici, che come lei non riconoscono l’autorità dello Stato. Tanto da permetterle di parcheggiare le sue auto con le targhe contraffatte nelle loro proprietà private, dove gli agenti non possono accedere per il sequestro della vettura.

L’origine del sit-in

La manifestazione degli apolidi inizia quando la donna viene fermata per l’ennesima volta da degli agenti per via delle sue targhe contraffatte, che vengono sequestrate in continuazione. Per questo decide di andare a denunciare il comandante della polizia municipale di Follonica, accusandolo di aver rubato le sue targhe.

La Fusco, quindi, va in questura per presentare la querela e mostra agli agenti dei documenti ritenuti falsi, che rimarranno tali, perché la donna non ha fornito le impronte digitali e quindi non è stato possibile identificarla con certezza.
L’apolide, sul suo canale di YouTube che conta più di 20mila iscritti, accusa gli agenti di trattenere lei e i suoi documenti illegalmente, visto che, sempre a detta sua, non ha commesso né un reato e né è un’indagata. 

Dimenticandosi anche delle svariate volte in cui ha guidato su e giù per tutta l’Italia con delle targhe false.

Apolidi davanti alla questura da 3 giorni

La protesta va avanti da 3 giorni, giorno e notte, e sul canale YouTube della donna è possibile vedere video dove si lamenta di alcuni giardinieri che stanno potando dei cespugli e passando il tosaerba.

«Ma loro stanno rispettando i decreti sulla sicurezza? – dice la donna nel video – Perché non ci sono le transenne e le persone non passano dall’altro lato? Potrebbero causare degli incidenti? E saremmo noi il pericolo alla sicurezza?».

Oppure ci sono delle riprese dove alle sue compagne di protesta è negato l’accesso nei bagni della questura, che volevano usare perché i bar della zona avevano già chiuso a quell’ora.

Soddisfatti e orgogliosi per aver occupato il parcheggio delle questura con la loro presenza e con le loro auto, tutte rigorosamente senza targa, sono stati controllati anche dalla polizia municipale intervenuta mercoledì 3 aprile. Quando gli agenti sono arrivati davanti alla questura, gli apolidi erano chiusi nelle loro auto. 

Abbiamo provato a parlare con loro, per capire le ragioni della protesta. Ma l’unica condizione che hanno posto, è stata quella di fare una diretta senza contraddittorio. Condizione che MaremmaOggi ha ritenuto di non dover accettare. 

Autore

  • Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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