GROSSETO. Scoppia la guerra del turismo, fra albergatori e proprietari di casa. Il nuovo testo unico regionale sul turismo, al quale la Regione sta lavorando, porterà alcune modifiche significative all’intero sistema dell’accoglienza.
Al punto che Confedilizia, con la sua presidente, avvocata Paola Tamanti, parla di rischi importanti per il sistema turistico della Maremma, dove una larga fetta dell’accoglienza, appunto, è costituita da proprietari che affittano la casa.
Confedilizia non usa troppi giri di parole, accusando anche il presidente di Assohotel Confesercenti Toscana, il montecatinese Fabio Cenni.
Cenni getta la maschera: “Lo Stato limiti l’uso di appartamenti come strutture ricettive”
«Commentando le modifiche che la giunta intende apportare al testo unico regionale del turismo – scrive Confedilizia -, il presidente Cenni richiama quella più importante per la quale il turismo deve essere un campo di attività riservato, in via esclusiva, alle strutture alberghiere e paraalberghiere».
«In barba ai principi costituzionali della libera iniziativa e della tutela della concorrenza e del mercato (L. n° 287/1990), e con un evidente sconfinamento in campi del tutto estranei alle competenze regionali (cfr. Codice Civile), si stanno così imponendo lacci e lacciuoli ai molti proprietari di casa che, del tutto legittimamente, perseguono l’obbiettivo di trarre un reddito dal proprio investimento immobiliare».
«Tale politica, sciaguratamente recepita nella legge Santanché, richiama alla memoria modi aziendali di pensare che si ritenevano ormai superati con le più aggiornate filosofie cosiddette di “marketing”, per le quali è il mercato a determinare le scelte aziendali e non viceversa».
«Solo negli anni venti del secolo scorso era così consentito ad un certo Henry Ford dichiarare: “Ogni cliente può avere un’auto colorata di qualunque colore desideri, purché sia nero”. Significativo esempio della cosiddetta scelta di Hobson (economista inglese 1858 -1940): termine con cui si indica una scelta che sembra libera ma che, in realtà, è obbligatoria».
Confedilizia: «L’offerta turistica della Maremma è variegata»
«Nel settore turistico di cui stiamo trattando equivale, qui da noi, a dire che se vuoi venire in Maremma puoi scegliere liberamente dove alloggiare purché sia una struttura alberghiera; ignorando così del tutto le variegate finalità della libera circolazione delle persone (lavoro, studio, salute, rapporti familiari etc.) e le loro specifiche preferenze».
«Appare poi del tutto evidente che, la limitazione dell’offerta alloggiativa alle sole strutture alberghiere, oltre a comportare inevitabili aumenti dei prezzi dell’ospitalità imprenditoriale, favorirà anche analoghi aumenti degli affitti da parte dei privati in quanto obbligati ad affrontare una complicata burocrazia ed a sostenere i costi per l’adeguamento del proprio immobile alla nuova normativa».
«Altro aspetto negativo dell’incombente nuova disciplina è la mancata differenziazione fra Comuni ed aree metropolitane ad alta tensione abitativa e quelli nei quali non sussistono le problematiche invocate a sua giustificazione».
«Oltre alle tante città interessate da flussi turistici e da adeguate strutture ricettive imprenditoriali, il territorio nazionale è caratterizzato da migliaia di piccoli comuni nei quali i pur modesti flussi turistici non trovano riscontro che nelle locazioni private che così, da sole, assolvono l’importante funzione di contrasto alla loro progressiva desertificazione. Perché quindi penalizzarle?»
«Se non dagli albergatori più direttamente interessati, le risposte dovrebbero arrivare dall’attuale Governo inspiegabilmente e tacitamente connivente con le scelte insensate dell’attuale ministra Santanché».
Marras: «Servono strumenti per regolare l’impatto del fenomeno»
Sulla vicenda è più volte intervenuto anche l’assessore regionale Leonardo Marras.
«Il turismo è davvero molto importante per la nostra economia e anche le locazioni turistiche costituiscono una forma di accoglienza diffusa, scelta dai turisti italiani e stranieri; un prodotto turistico in grande evoluzione».
«Nessuno però deve negare l’evidenza. Abbiamo bisogno di strumenti per regolare l’impatto di un fenomeno spontaneo così grande che rischia di determinare disequilibri nel funzionamento delle città, su cui più volte abbiamo chiamato in causa il Governo che però, ancora, non ha voluto occuparsene».
«Perché solo la legge nazionale può davvero prendere in mano la situazione. Nel nostro piccolo, suggeriamo uno strumento di dialogo sociale, senza oltrepassare il confine delle nostre competenze, che possa però dare un contributo concreto e su questo il consiglio regionale dovrà confrontarsi».
«Invito pertanto tutti – conclude –, e a questo prestiamo tutta la nostra disponibilità, a stare sul merito. La proposta di legge, oltre il tema degli affitti brevi, introduce molteplici innovazioni che innalzano il livello del nostro turismo e delle politiche pubbliche che lo sostengono ad uno stadio molto più avanzato, che si basa sulla qualità, sul primato dell’impresa turistica nell’offerta di servizi, sulla cooperazione istituzionale con le comunità locali e si impegna nella sfida di usare in modo appropriato il grande flusso di dati e conoscenze che le nuove tecnologie ci consegnano».
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