SCANSANO. Può una bottiglia di Morellino raccontare un sogno? Può racchiudere l’essenza di un vitigno – il Sangiovese – e di un territorio – Scansano -, esaltarne le sfumature, riprodurne i profumi, i sapori unici? Sono alcune delle domande che si è fatto Alberto Tanzini, proprietario dell’azienda Roccapesta, sulle colline di Scansano, nel momento in cui ha deciso di intraprendere la strada della viticoltura in Maremma, 20 anni fa.
Il Sangiovese, amore a prima vista
Domande a cui ha trovato una risposta, “innamorandosi” del Sangiovese, ricercandone la massima espressione identitaria, ma declinato nelle tante sfumature che derivano dai diversi areali in cui è coltivato.
E da 20 anni questa “idea” del vino viaggia verso un obiettivo: la ricerca della definizione del canone del Sangiovese, che Tanzini ha avviato fin dal primo momento che ha cominciato a produrre vino, abbandonando il mondo della finanza milanese.
Allora, non immaginava che nel giro di 20 anni i suoi vini sarebbero saliti sull’olimpo delle migliori etichette toscane, essenza stessa del Sangiovese che l’azienda ricerca rigorosamente, puntando sulla straordinaria vocazione della Maremma per la viticoltura.
Ma Alberto non è un uomo che si accontenta e oltre ai successi delle sue etichette ha voluto fare di più per la sua azienda, per Scansano e soprattutto per il Sangiovese, unico vitigno coltivato nei 30 ettari di proprietà insieme ad altri autoctoni come Alicante, Ciliegiolo e Pugnitello, per la produzione solo di vini rossi.
Il progetto “Morello”
Così è nato il “Progetto Morello” che verrà presentato il 30 ottobre nella sede aziendale, insieme al suo primo “figlio”, il cru Vigna Liuzza. Ma per arrivare a questo risultato ci sono voluti anni e, soprattutto, l’acquisizione di una consapevolezza: la salda identità tra azienda e territorio, che si esprime nella frase “Roccapesta è Sangiovese, è Morellino di Scansano”.
«“Morello” è il vino nato dalla mente di Mario Gallori, primo pioniere del Morellino di Scansano», spiega Tanzini. «“Morello” è quindi l’origine della denominazione di Scansano».
5 vigneti, 5 cru, un solo vitigno: il Sangiovese
Per Alberto è «un percorso personale, non solo imprenditoriale, nel nome della passione per il territorio. Più nello specifico “un percorso di conoscenza articolato in 5 tappe, in 5 territori, in 5 aree geologiche fuori dal territorio di Roccapesta, che produrranno 5 vini cru da un solo vitigno: il Sangiovese».
I 5 vigneti identificati, si trovano nel comune di Scansano, a diverse altitudini ed esposizioni:
- Vigna Liuzza
- Vigna Brunetto
- Vigna Gaggioli
- Vigna Aione
- la nuova vigna del Calestaia, il primo cru prodotto a Roccapesta da un vecchio impianto, oggi espiantato e messo di nuovo a dimora, che entrerà in produzione nei prossimi anni.
Il cru Vigna Liuzza
Il primo cru del progetto Morello, è il Vigna Liuzza, prodotto dalla vendemmia 2021 dell’omonimo vigneto. Un vino con 12 mesi di affinamento in botti di rovere francese e 12 in bottiglia.
A questa vigna – e a questo vino – è legata una storia particolare. Quella di Giuseppe Liuzza, agricoltore siciliano, che ha vissuto e lavorato a New York dal 1965 al 1980, anno in cui decise di rientrare in Italia con la famiglia. Con i risparmi di una vita acquistò 80 ettari a Scansano e iniziò a lavorare insieme ai figli, con i quali, nel 2002 impiantò un vigneto di Sangiovese.
Nasce così, la “Vigna Liuzza”, che dopo varie vicissitudini e diversi anni, viene acquistata da Roccapesta, nel 2016, e inserita nel progetto Morello, per la produzione di un cru che oggi ne porta il nome. Lo stesso della famiglia che per prima ha impiantato le viti e le ha condotte fino a Roccapesta.
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