GROSSETO. È proprio così, gli altri dovranno farsene una ragione. Il piatto di pasta più amato al mondo è un diamante del patrimonio culinario della Maremma. Si tratta delle pappardelle al cinghiale, che sono finite per appartenere anche un po’ a tutta la Toscana.
È uno di quei piatti che negli anni hanno conquistato anche il palato dei turisti. Uno di quei piatti che proprio i turisti una volta tornati a casa, continuano ad amare e finiscono per sognare.
A conferma di questo amore c’è la classifica curata da TasteAtlas, il portale online di riferimento che recensisce le qualità dei cibi di tutto il mondo. E proprio persone da tutto il mondo, rispondendo a un sondaggio terminato il 27 agosto, hanno dato i loro verdetti. Le pappardelle al cinghiale dominano una top ten che parla decisamente italiano, solo uno dei piatti tra i primi dieci parla greco.
Delle pappardelle al cinghiale qualcuno ama arricchire o modificare gli ingredienti alla bisogna, c’è chi ci aggiunge qualche fungo, chi non può evitare di metterci una spolverata di formaggio (pecorino, magari) sopra. Ma al di là delle varianti però, non c’è dubbio che rimane uno dei piatti più iconici della tradizione maremmana. Tradizione premiata, con questa classifica, a livello internazionale.
Le pappardelle al cinghiale
Il portale TasteAtlas aveva già premiato qualche mese fa il pecorino toscano, iscrivendolo tra i primi 10 al mondo. Ora tocca a un primo piatto di tutto rispetto.
Le pappardelle sono inscritte nella tradizione da secoli. Se ne trova traccia già in Giovanni Boccaccio che nel Decameron (metà del 1300) le faceva cuocere nel brodo di cappone. Qualche secolo dopo sono riportate anche da Pietro l’Aretino che accosta la stessa pasta anche ad altri condimenti: la “grue con le pappardelle”.
Il nome “pappardella” sembra che arrivi da “pappare” cioè mangiare. La pasta, decisamente più larga e ruvida delle classiche emiliane, richiama la tradizione contadina dalla quale è nata. Le sue caratteristiche la vedono convolare a nozze soprattutto con sughi di carne ben saporiti come quella appunto di cinghiale, lepre o altra cacciagione.
Per chi vuol farle anche a casa, troverà un impasto tutto sommato semplice: vanno unite semola e uova. Infarinando quanto basta per non farlo attaccare al tavolo, l’impasto va lavorato bene. Poi va tirata la sfoglia lasciandola non troppo sottile, tagliandola infine a fette belle larghe. Dai due centimetri in su sembra essere lo standard.
Per la lunghezza non c’è canone fisso, c’è però da dire che più lunga la pappardella è, più sugo si porterà dietro.
La top 10 della pasta più amata
Ecco la classifica della pasta più amata secondo il portale internazionale:
- Pappardelle al cinghiale,
- Pasta alla carbonara,
- Tagliatelle al ragù alla bolognese,
- Lasagne alla bolognese,
- Linguine allo scoglio,
- Pasta alla gricia,
- Giouvetsi (di origine greca, unisce la particolare pasta kritharaki a un sughetto che contiene carne di vitello o agnello),
- Culurgionis d’Ogliastra,
- Bigoli con l’anatra,
- Ravioli.
Fino alla posizione 34 poi l’a bandiera italiana occupa quasi tutti i posti, con piatti di pasta come l’Amatriciana (11esima), seguita dalla cacio e pepe, i tortelli, agnolotti e trofie al pesto. La lunga corsa del tricolore è brevemente interrotta solo da altri piatti greci come il Pastitsio (20esimo posto) e l’Astakomakaronada (35esimo).
Chiudono la classifica altri tre piatti italiani, forse anche per via di alcune delle loro ricette, più ricercate di altre: Le tagliatelle alla boscaiola (48esima), gli spaghetti alla bottarga (49), e le pappardelle all’anatra (50).
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Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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